sabato 26 luglio 2014

L'acqua è un bene comune.


  
E sulla sua gestione, non si scherza.
Visti i dubbi di legittimità che gravitano intorno a Brianzaacque - gestore del servizio Idrico Integrato - è meglio che prima di deliberare la retrocessione delle quote Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale si informino ben bene  su quanto  si agita dietro e dentro il carrozzone della società.

Queste, in sintesi, le ragioni della richiesta di rinvio dell'ordine del giorno formulata unitamente al consigliere del Movimento 5stelle.
Una pregiudiziale di rinvio che è stata accolta dalla maggioranza, la quale era completamente all'oscuro della battaglia che  (anche a suon di ricorsi e carte bollate) si sta consumando tra Brianzaacque, il Comitato provinciale Monza e Brianza per l'acqua pubblica, ora Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza e l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

La complessa vicenda, che oggi attende di conoscere l'esito di due ricorsi promossi dal comitato dei beni comuni, riguarda due aspetti.

1)  In primo luogo l'applicazione della normativa comunitaria in tema di concorrenza può essere così sintetizzata: il Servizio idrico integrato è stato affidato a Brianza acque, in modo diretto, senza gara. L'affidamento è pertanto illegittimo visto che  Brianzaacque, al momento non ha  i requisiti richiesti dalla giurisprudenza europea del c.d. "’in house providing.
Secondo le direttive comunitarie, a tutela della concorrenza, deve essere sempre esperita la gara tranne nell'ipotesi in cui l'ente pubblico eserciti sulla società partecipata un controllo analogo a quello che esercita sulle proprie strutture (tale controllo, assolutamente stringente, viene definito appunto  affidamento in house).
Dubbi in tal senso sono stati sollevati anche in alcune note dalla Autorità garante della concorrenza e del mercato.

2) In secondo luogo, tocca  il tema della proprietà delle reti: secondo il Comitato dei Beni comuni ( e la questione è oggetto di ricorso al Capo dello stato) il conferimento  delle reti idriche in proprietà ad una società per azioni, anche se a capitale interamente pubblico, trasformerebbe le reti medesime in patrimonio aziendale privato e le renderebbe pertanto soggette a trasferimento in favore di un terzo o ad azioni esecutive, con violazione degli articoli 822, 823 e 824 del codice civile.


Le riserve e perplessità sulla bontà dell'operazione iscritta all'o.d.g., non possono che aumentare se "si mette il naso" nei fatti (venuti alla ribalta della cronaca) che riguardano alcuni degli amministratori della società gestore del tanto importante servizio idrico integrato.
A partire  dall'arresto dell'ex presidente Raho e di un funzionario di Brianzacque per episodi di corruzione legati all'inchiesta clean city (Raho e un dirigente di Brianzacque sono indagati per truffa, ai sensi dell’art. 640-bis del codice penale, per aver ottenuto, a seguito del disastro provocato dalla Lombarda petroli).


Ma forse, per capire il "giro del fumo" della società, è sufficiente aprire il sito ed andare a vedere chi sono i  gestori della società i curricula e le relative prebende.

Nessun commento: